Un nuovo allarme riguarda la sicurezza informatica degli utenti italiani: si sta diffondendo una truffa online.
Questo stratagemma ingannevole, veicolato tramite una falsa email, tenta di estorcere denaro ai cittadini con la minaccia di sanzioni stradali inesistenti.
La truffa si presenta con una email apparentemente inviata da pagoPA, in cui si informa il destinatario di una presunta violazione del codice della strada e gli viene richiesto il pagamento immediato di una sanzione. Nel testo della comunicazione si cita un importo da versare, con l’avvertimento che, in mancanza di pagamento entro 72 ore, la somma aumenterà e saranno decurtati punti dalla patente, facendo riferimento all’articolo L. 142-8 del Codice della Strada.
Il messaggio include un link che dovrebbe fornire ulteriori dettagli, ma in realtà conduce a un sito di phishing progettato per sottrarre le credenziali bancarie degli utenti. Una volta inserite, queste informazioni diventano accessibili ai malintenzionati che possono così compiere operazioni fraudolente a danno della vittima.
Questa tipologia di truffa sfrutta la fiducia e la fretta dell’utente che, spinto dalla paura di una sanzione reale, clicca impulsivamente sul collegamento senza verificare l’autenticità della comunicazione. Proprio la somiglianza con le comunicazioni ufficiali di pagoPA la rende particolarmente insidiosa.
Come riconoscere e difendersi dalla truffa
La piattaforma pagoPA, riconosciuta come sistema digitale trasparente e sicuro per i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione, non invia mai richieste di pagamento tramite email con link diretti per versamenti sospetti. Gli utenti sono invitati a non cliccare mai su link presenti in messaggi non attesi o sospetti, e a non fornire mai dati personali o bancari in risposta a email.
Per verificare la legittimità di eventuali richieste, è fondamentale rivolgersi esclusivamente ai canali ufficiali di pagoPA o della Pubblica Amministrazione interessata, utilizzando siti web istituzionali o contatti certificati. Qualora si riceva un messaggio sospetto, è consigliabile bloccare immediatamente il mittente e segnalare l’accaduto alle autorità competenti o alle piattaforme di sicurezza informatica.
Inoltre, è opportuno aggiornare regolarmente i software antivirus e attivare sistemi di protezione come l’autenticazione a due fattori per gli account bancari e di pagamento digitale, riducendo così il rischio di accessi non autorizzati.

Nel diritto italiano, il reato di truffa è disciplinato dall’articolo 640 del Codice Penale. Si configura quando qualcuno, mediante artifici o raggiri, induce un altro soggetto in errore per ottenere un vantaggio ingiusto a scapito della vittima. La pena può variare da sei mesi a tre anni di reclusione, con multe che oscillano da alcune centinaia a oltre mille euro, aggravata se il reato è commesso ai danni dello Stato o di enti pubblici.
La giurisprudenza ha più volte sottolineato che la truffa si consuma nel momento in cui si verifica il danno patrimoniale alla vittima e il profitto illecito per il truffatore. Nel caso delle frodi telematiche, come quella che sfrutta il nome di pagoPA, l’inganno si perfeziona nel momento in cui l’utente fornisce le proprie credenziali bancarie, consentendo ai malintenzionati di accedere illegalmente ai fondi.
Le autorità italiane hanno intensificato la loro azione di contrasto a tali fenomeni, promuovendo campagne di sensibilizzazione e collaborando con i provider di servizi internet per bloccare i siti di phishing. È inoltre possibile attivare azioni collettive (class action) in caso di truffe che coinvolgano un gruppo numeroso di vittime.