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In questo articolo tenteremo di offrire una panoramica più ampia possibile su una questione di strettissima attualità che ha investito la nostra epoca soprattutto nell’ultimo ventennio. Stiamo parlando delle Criptovalute e, nello specifico, dei Bitcoin.
Nel vastissimo mare di criptovalute disponibili oggi sui mercati finanziari di tutto il mondo, abbiamo deciso di concentrarci sulla criptovaluta più emblematica, ed in fin dei conti, la più rilevante se si vuole tentare di avere uno sguardo d’insieme completo su un “mondo” così complesso e variegato.
Il Bitcoin (BTC), non è solo la prima criptovaluta uscita in commercio, ma è anche la più conosciuta tra le oltre 20.000 criptovalute esistenti oggi, con un consistente mercato di compravendita costantemente attivo e movimentato. In un certo senso si può dire che è proprio Bitcoin a dettare la linea dell’andamento delle criptovalute, perlomeno da un punto di vista “macro”.
Cercheremo di definire brevemente, ma in modo comunque dettagliato, che cosa sono i Bitcoin, come funzionano, come funziona il “mining”, come utilizzare, comprare ed investire in Bitcoin, con un breve commento finale sulla convenienza o meno di “buttarsi” in tale settore a seconda dei casi. Partiamo quindi dalle basi.
Bitcoin: che cosa sono?
Bitcoin è una valuta digitale decentralizzata che si può acquistare, vendere e scambiare direttamente, senza la presenza di un intermediario, come ad esempio una banca. Il creatore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto, descrisse originariamente la necessità di “un sistema di pagamento elettronico basato sulla prova crittografica invece che sulla fiducia”.
Il Bitcoin infatti si basa sul trasferimento di valuta tra conti pubblici usando la crittografia a chiave pubblica. Tutte le transazioni sono pubbliche e memorizzate in un database distribuito che viene utilizzato per confermare e tenere traccia dei movimenti. Un aspetto importante dei Bitcoin, è che il loro valore non è influenzato in primo piano dal governo o da alcuna istituzione emittente.
Intuitivamente si può cogliere in questo senso una prima grande differenza dalle valute tradizionali, che invece poggiano proprio su una certa fiducia collegata alle istituzioni che ne garantiscono il valore. “Il motivo per cui Bitcoin vale è semplicemente che noi, come persone, abbiamo deciso che ha un valore, come l’oro”, afferma Anton Mozgovoy, co-fondatore e CEO della società di servizi finanziari digitali Holyheld.
A partire dal suo rilascio sul mercato, nel 2009, il valore del Bitcoin ha avuto un notevole incremento. Il suo prezzo iniziale, infatti, corrispondeva a 0,00076 €, mentre ad oggi 1 BTC equivale a circa 16.000 € . Il suo simbolo è ฿ o BTC e la sua capitalizzazione corrisponde a 303,709,847,314€. La capitalizzazione di mercato è il valore totale di tutte le monete che sono state sottoposte a mining. Viene calcolata moltiplicando il numero di monete in circolazione per l’attuale prezzo di mercato di una singola moneta.
Bitcoin: come funzionano?
Nozioni di base
Bitcoin è costruito su una struttura digitale chiamata blockchain. Come suggerisce il nome, la blockchain è una rete informatica di nodi che gestisce in modo univoco e sicuro un registro pubblico costituito da unità chiamate blocchi contenenti informazioni su ogni transazione tra cui: data e ora, valore totale, acquirente e venditore e un codice identificativo univoco per ogni scambio. Le voci sono messe insieme in ordine cronologico, creando una catena digitale di “blocchi”.
“Una volta che un blocco viene aggiunto alla blockchain, diventa accessibile a chiunque desideri visualizzarlo, fungendo da libro pubblico delle transazioni di criptovaluta”, afferma Stacey Harris, consulente per “Pelicoin”, una rete di bancomat di criptovaluta.
La blockchain è decentralizzata, il che significa che non è controllata da nessuna organizzazione. “È come un documento Google su cui chiunque può lavorare”, afferma Buchi Okoro, CEO e co-fondatore dell’exchange di criptovalute africano Quidax.
Dunque nessuno lo possiede, ma chiunque abbia un collegamento può contribuire ad esso e diventare uno dei numerosissimi “proprietari”. Inoltre, anche se il numero dei Bitcoin di una persona rimane invariato, il suo valore subisce delle modifiche man mano che persone diverse lo acquisiscono. (se abbiamo 1 BTC, può cambiare il suo valore in dollari, euro ecc ma non aumenterà o diminuirà la quantità di BTC posseduta).
Sebbene l’idea che chiunque possa modificare la blockchain possa sembrare rischiosa, in realtà è ciò che rende Bitcoin affidabile, o perlomeno, che ne limita la volatilità. Affinché un blocco di transazione venga aggiunto alla blockchain di Bitcoin, i codici univoci utilizzati per riconoscere i portafogli e le transazioni degli utenti devono essere conformi al modello corretto di crittografia.
Questi codici sono lunghe stringhe di numeri casuali, il che li rende incredibilmente difficili da produrre in modo fraudolento. Il livello di casualità statistica nei codici di verifica blockchain, necessari per ogni transazione, riduce notevolmente il rischio che chiunque possa effettuare transazioni di Bitcoin fraudolente.
Dopo queste primissime nozioni di base necessarie a capire come funzionano i Bitcoin ora approfondiamo un po’ la tematica della loro produzione, ovvero il cosiddetto “mining”.
Come funziona il mining
Come accennato precedentemente, il mining di Bitcoin è il processo di aggiunta di nuove transazioni alla blockchain. È un lavoro che richiede un largo investimento di capitale umano oltre che informatico, infatti, il processo non è completamente automatico come si potrebbe intuitivamente pensare ma al contrario richiede l’ausilio del raziocinio umano sulle macchine.
Le persone che scelgono di estrarre Bitcoin lavorano in ampissimi spazi dedicati completamente a tale attività, in cui sono distribuiti moltissimi computer ed i lavoratori si “sfidano” in una corsa per risolvere enigmi matematici utili a verificare le transazioni nel minor tempo possibile e con la massima efficacia possibile.
Per invogliare i “minatori” ad essere il più performanti possibile nel risolvere gli “enigmi” e supportare il sistema generale, il codice Bitcoin premia i minatori con una quantità variabile di BTC per ogni nuovo blocco. “È così che vengono create nuove monete” e le transazioni recenti vengono aggiunte alla blockchain”, afferma Okoro.
All’inizio era possibile per la persona media estrarre Bitcoin, oggi non è più così. Infatti il codice Bitcoin è stato scritto per rendere la risoluzione dei suoi enigmi sempre più impegnativa nel tempo, richiedendo sempre più risorse di calcolo. Oggi, il mining di Bitcoin richiede computer potenti e l’accesso a enormi quantità di elettricità a basso costo per avere successo.
Anche il mining di bitcoin rende meno di prima dal punto di vista economico, facendo sì che oggi sia ancora più difficile recuperare i crescenti costi computazionali ed elettrici.
“Nel 2009, quando questa tecnologia è uscita per la prima volta, ogni volta che stampavi (da “Stamp”, il prodotto dell’attività di mining) ricevevi una quantità di Bitcoin molto maggiore rispetto a quella odierna”, afferma Flori Marquez, co-fondatore di BlockFi, una società di gestione patrimoniale di criptovalute. “Ci sono sempre più transazioni [ora, quindi] l’importo che ricevi per ogni stampa è sempre meno”. Entro il 2140, si stima che tutti i Bitcoin saranno entrati in circolazione, il che significa che il mining non rilascerà nuove monete e i miner (coloro che lavorano nel mining) potrebbero invece dover fare affidamento sulle commissioni di transazione.
Bitcoin: come si usano?
Andiamo ora a vedere come i Bitcoin possono essere utilizzati. Dopo il primo decennio del XX secolo, con il “picco” stratosferico del valore di questa criptovaluta, vi sono state molte persone, soprattutto in America, che hanno scelto di investire ingentissime quantità di denaro in quello che aveva tutta la parvenza di essere una possibilità economica senza precedenti (in certi casi rivelatasi effettivamente tale).
Oggi, anche in relazione alla diffusione dell’ educazione finanziaria, le persone generalmente hanno iniziato ad utilizzare Bitcoin come investimento alternativo, aiutando a diversificare il proprio portafoglio. Si può anche utilizzare Bitcoin per effettuare acquisti, ma ci sono alcuni fornitori che non accettano ancora tale metodo di pagamento.
Le grandi aziende che accettano Bitcoin in America includono Microsoft, PayPal e Whole Foods, solo per citarne alcuni. In italia è necessario utilizzare un exchange per l’acquisto di Bitcoin, ovvero siti appositi in cui scambiamo valute tradizionali in cambio di criptovalute. Oggi ci sono anche parecchi piccoli rivenditori locali nati da poco o alcuni siti web che accettano i pagamenti in Bitcoin.
Puoi anche utilizzare un servizio che ti consente di collegare una carta di debito al tuo account crittografico, il che significa che puoi utilizzare Bitcoin nello stesso modo in cui utilizzeresti una carta di credito. Questo generalmente comporta anche che un fornitore finanziario converta istantaneamente i tuoi Bitcoin in dollari o euro.
In altri paesi, in particolare quelli con valute meno stabili e dunque più soggette all’inflazione, i cittadini stanno iniziando ad utilizzare sempre di più la criptovaluta invece della propria valuta. Bitcoin offre alle persone l’opportunità di immagazzinare valore senza fare affidamento su una valuta sostenuta da un governo. Ad esempio, in paesi come Venezuela, Argentina e Zimbabwe (paesi fortemente indebitati) Bitcoin ha avuto un grandissimo successo.
Bitcoin: come si comprano?
La maggior parte delle persone acquista Bitcoin tramite piattaforme dedicate appositamente agli scambi di criptovalute. Gli scambi ti consentono di acquistare, vendere e detenere criptovalute. La creazione di un conto è simile all’apertura di un conto di intermediazione: dovrai verificare la tua identità e fornire una fonte di finanziamento, come un conto bancario o una carta di debito.
I nostri Bitcoin vengono poi conservati all’interno di un portafoglio virtuale, salvati all’interno di un indirizzo bitcoin specifico (wallet, o portafoglio) formato da chiave privata e chiave pubblica: la chiave pubblica serve per condividerla con tutti e fare in modo che un utente sappia dove versare bitcoin; la chiave privata invece serve per rendere possibile l’accesso a quello specifico portafoglio, e la gestione di transazioni al suo interno
Indipendentemente da dove acquisti i tuoi Bitcoin, il portafoglio di cui abbiamo parlato può essere chiamato un “portafoglio caldo” o un “portafoglio freddo”. Un portafoglio caldo (chiamato anche portafoglio online) è detenuto da uno scambio o da un provider nel cloud. I fornitori di portafogli online più usati includono Binance, Exodus, Electrum e Mycelium. Un portafoglio freddo (o portafoglio mobile) è un dispositivo offline utilizzato per archiviare Bitcoin e non è connesso a Internet.
Ovviamente, sebbene 1 solo Bitcoin sia oggi molto costoso, è possibile acquistare delle percentuali di 1 BTC. Bisogna prestare attenzione alle commissioni, che generalmente sono piccole percentuali dell’importo della tua transazione crittografica. Infine, gli acquisti di Bitcoin non sono istantanei come molti altri acquisti di azioni. Poiché i minatori devono verificare le transazioni Bitcoin, potrebbero essere necessari dai 5 ai 20 minuti per vedere il tuo acquisto di Bitcoin nel tuo account.
Bitcoin: come investire?
Similmente a come avviene con un’azione, puoi acquistare e detenere Bitcoin come investimento. Indipendentemente da dove si sceglie di detenere i Bitcoin, le filosofie delle persone su come progettare l’investimento sono tante e variegate: alcuni acquistano e detengono a lungo termine, alcuni acquistano e mirano a vendere dopo un improvviso o esponenziale aumento di valore, altri ancora scommettono sulla sua diminuzione del prezzo.
Non entreremo nel merito di tali stili di pensiero in questa sede, ma possiamo limitarci a segnalare l’estrema volatilità delle criptovalute. È fondamentale essere il più possibile informati e competenti prima di buttarsi in questo settore. Il prezzo di Bitcoin nel tempo ha subito grandi oscillazioni, salendo da circa 8.000 $ a circa 20.000 $ solo nel 2020.
“Penso che in alcuni luoghi le persone potrebbero usare Bitcoin per pagare le cose, ma la verità è che è un asset che sembra destinato ad aumentare di valore in tempi relativamente brevi per un po’ di tempo”, dice Marquez. “Allora perché dovresti vendere qualcosa che varrà molto di più l’anno prossimo rispetto a oggi? La maggior parte delle persone che lo detengono sono investitori a lungo termine”.
I consumatori possono anche investire in un fondo comune di investimento Bitcoin acquistando azioni del Grayscale Bitcoin Trust (GBTC). Tuttavia, in America ad esempio il requisito minimo di investimento è di ben 50.000 $. Sebbene i fondi comuni di criptovalute possano aggiungere diversificazione al fondo in cui investono i partecipanti riducendo leggermente il rischio, comportano comunque un rischio sostanzialmente maggiore in termini di valore dell’investimento iniziale e addebitano commissioni molto più elevate rispetto ai fondi indicizzati ad ampio raggio con uno storico di rendimenti costante.
Dovresti Investire in Bitcoin?
Nella parte finale di questo articolo tireremo le somme cercando di capire se ha senso investire in Bitcoin e se sì, in quali casi. Come detto in precedenza l’estrema volatilità delle criptovalute è un’arma a doppio taglio, perciò è bene non entrarne a far parte in modo troppo avventato, meglio acquisire prima almeno una base di conoscenze economico-finanziarie.
Molti esperti finanziari supportano il desiderio dei loro clienti di acquistare criptovalute, ma non lo consigliano a meno che i clienti non esprimano interesse. “La più grande preoccupazione per noi è se qualcuno vuole investire in criptovalute e l’investimento che sceglie non va bene, e poi all’improvviso non può mandare i propri figli al college”, dice Ian Harvey, un pianificatore finanziario certificato a New York City. «Allora non valeva la pena rischiare.»
La natura speculativa della criptovaluta porta alcuni pianificatori a consigliarla per gli investimenti “laterali” dei clienti. “Teniamolo lontano dalla nostra vera prospettiva a lungo termine” dice Scott Hammel, un CFP (Certified financial planner) a Dallas. La premura più importante sembra proprio essere il fare in modo che Bitcoin o qualsiasi altra criptovaluta non diventi una parte troppo grande del tuo portafoglio, cercando piuttosto di sfruttarne il contributo dal punto di vista della diversificazione del portafoglio, evitando così di tenere tutti i soldi “fermi” in una banca.
Bitcoin è come un singolo titolo, una singola azione, ed i consulenti finanziari di sicuro non consiglierebbero di mettere una parte considerevole del tuo portafoglio in una singola società. Al massimo, i pianificatori suggeriscono di investire una percentuale che va dall’1% al 10% in Bitcoin se ne sei appassionato. “Se fosse un titolo, non gli allocheresti mai una parte significativa del tuo portafoglio”, afferma Hammel.