La tecnologia semplifica la vita, ma spesso richiede attenzione per evitare che la comodità si trasformi in una rinuncia inconsapevole alla propria riservatezza. Quando ogni movimento lascia una traccia, diventa essenziale conoscere gli strumenti per proteggere la propria posizione e i dati personali.
Disattivare la cronologia delle posizioni non basta, Google continua a raccogliere dati tramite attività web e app, anche con la funzione disattivata. Dal 2024, i dati degli spostamenti vengono salvati localmente sul dispositivo, ma serve un doppio intervento per bloccare ogni forma di tracciamento.
Come proteggere la privacy e i propri dati
Il primo passo è disattivare la cronologia spostamenti, ora chiamata Timeline, agendo direttamente dalla pagina di gestione dell’account Google. Se la funzione è già in locale, basta intervenire dall’app Maps, ma il pannello centrale garantisce la disattivazione su tutti i dispositivi.

Il secondo passaggio riguarda l’attività web e app, che registra la posizione associata a ricerche, comandi vocali e interazioni con i servizi Google. Per bloccare questa raccolta, bisogna deselezionare l’opzione che include l’attività da siti e app che usano servizi Google, rinunciando alla personalizzazione.
Dopo aver interrotto la raccolta, è necessario eliminare i dati già archiviati, distinguendo tra cronologia spostamenti e attività web e app. Per la Timeline, si può agire dall’app Maps, scegliendo se cancellare tutto o solo intervalli specifici, per l’attività web, si usa il pannello “Le mie attività”.
Google consente anche l’eliminazione automatica dei dati più vecchi di 3, 18 o 36 mesi, utile per mantenere un controllo costante nel tempo. In alcuni casi, l’azienda elimina preventivamente i dati relativi a luoghi sensibili, ma l’intervento manuale resta la scelta più sicura.
È importante distinguere tra la funzione Spostamenti e i servizi di localizzazione del telefono, che agiscono a livello di sistema operativo. Disattivare il GPS blocca tutte le app, mentre intervenire solo sulla cronologia limita la raccolta da parte di Google, ma non da altre fonti.
Il tracciamento può avvenire anche senza Wi-Fi, grazie alla triangolazione delle celle telefoniche e all’indirizzo IP, che forniscono dati approssimativi. Per un anonimato più rigoroso, è consigliabile disattivare i servizi di localizzazione e utilizzare una VPN affidabile per mascherare la posizione.
La modalità Incognito su Maps impedisce il salvataggio dell’attività, ma non garantisce una privacy totale, come dimostrato da alcune class action. Google ha accettato di eliminare miliardi di dati raccolti in modalità Incognito, confermando che la protezione offerta era solo parziale.
La gestione della privacy richiede consapevolezza e azioni mirate, soprattutto quando si utilizzano servizi che incrociano dati da più fonti. Conoscere le impostazioni e intervenire su più livelli è l’unico modo per limitare davvero il tracciamento e tutelare la propria riservatezza.