Dopo aver analizzato quasi mille nuovi studi scientifici prodotti negli ultimi dieci anni, l’Anses conferma che non esistono prove solide di una correlazione causale tra l’uso di dispositivi mobili e lo sviluppo di tumori nell’uomo, pur raccomandando prudenza soprattutto per i più giovani.
Il rapporto dell’Anses, pubblicato a novembre 2025, rappresenta una sintesi rigorosa di una letteratura scientifica in continua espansione e si basa su una revisione di circa 250 articoli selezionati per la loro solidità metodologica. La valutazione ha incluso tre filoni principali: studi epidemiologici, sperimentazioni su animali e ricerche sui meccanismi cellulari. Mentre alcuni segnali “limitati” sono stati riscontrati nelle indagini sugli animali e su cellule in vitro, tali evidenze non sono state confermate negli studi condotti sull’uomo.
Tra i progetti più significativi considerati figura MOBI-Kids, lo studio internazionale che ha coinvolto 14 paesi, incluso il contributo del CPO Piemonte, e che ha indagato il rischio di tumori cerebrali nelle fasce d’età più giovani, dai 10 ai 24 anni. I risultati, pubblicati su Environment International, non hanno rilevato associazioni statisticamente significative tra l’uso di telefoni cellulari e i tumori cerebrali in questa popolazione. La coordinatrice dello studio, Elisabeth Cardis di ISGlobal, ha sottolineato come i dati confermino l’assenza di evidenze conclusive circa un aumento del rischio.
Tuttavia, gli esperti francesi indicano che le conclusioni sono valide in base alle conoscenze disponibili fino a maggio 2025 e non escludono che future ricerche possano portare a nuove scoperte. L’Anses rimarca pertanto la necessità di mantenere una vigilanza continua e un monitoraggio periodico dell’esposizione ambientale alle radiofrequenze, che sta progressivamente aumentando soprattutto nelle aree urbane a causa dell’espansione delle reti 4G e 5G e della maggiore densità delle stazioni radio base.
Crescente esposizione e cambiamenti nelle modalità di utilizzo
Nonostante un calo nelle chiamate vocali tradizionali, l’uso dello smartphone in Francia è in costante crescita: il 98% della popolazione sopra i 12 anni possiede un telefono mobile e il 91% utilizza uno smartphone. La transizione verso l’uso di altoparlanti e auricolari ha cambiato le modalità di esposizione, mentre l’aumento dei consumi legati a video, social network e streaming influenza il tempo complessivo di utilizzo.
Questi cambiamenti impongono di considerare non solo la quantità ma anche la qualità e il contesto dell’esposizione. In questo senso, l’Anses sottolinea l’importanza di protocolli di ricerca armonizzati che permettano di confrontare in modo più accurato gli studi sperimentali con quelli epidemiologici, nonché la necessità di aggiornare costantemente i registri tumorali per monitorare eventuali variazioni nella popolazione.

Pur non riscontrando evidenze di rischio cancerogeno, l’Agenzia francese raccomanda di intensificare gli sforzi scientifici. Tra le priorità indicate vi sono:
- l’omogeneizzazione dei protocolli tra studi su animali e ricerche cellulari;
- la sorveglianza epidemiologica continua attraverso registri tumorali nazionali;
- il finanziamento di grandi coorti prospettiche come quella del progetto COSMOS;
- lo studio sistematico dell’evoluzione degli usi reali delle tecnologie wireless nel tempo.
Un tema emergente che richiede attenzione è l’impatto delle radiofrequenze sulla fertilità, argomento su cui sono recentemente emersi dati preliminari da approfondire in studi dedicati.
MOBI-Kids: il più ampio studio sui tumori cerebrali in età giovanile
Lo studio internazionale MOBI-Kids rappresenta uno dei contributi più rilevanti alla comprensione dei potenziali effetti dell’uso del cellulare nei giovani. Con quasi 900 casi di tumore cerebrale e oltre 1.900 controlli reclutati in 14 paesi, la ricerca ha utilizzato sofisticati algoritmi per stimare l’esposizione a radiofrequenze (RF) e campi elettromagnetici a bassissima frequenza (ELF) e ha applicato rigorose metodologie di validazione per minimizzare errori di classificazione.
I risultati non indicano un aumento del rischio di tumori cerebrali associato all’uso di telefoni cellulari e cordless durante l’infanzia e l’adolescenza. Tuttavia, gli autori riconoscono che limitazioni nella dimensione di alcuni sottogruppi e la complessità dell’esposizione non consentono di escludere del tutto un piccolo incremento del rischio in particolari condizioni.
Alcuni studi sperimentali più recenti hanno evidenziato potenziali meccanismi biologici, come l’aumento dello stress ossidativo e alterazioni di espressione genica, che potrebbero influenzare la promozione o la progressione tumorale. Per questo motivo sono in corso ulteriori indagini per chiarire in dettaglio questi effetti e i possibili meccanismi d’azione.